Negli ultimi tempi cresce sempre di più la volontà di ridurre l’impatto ambientale che scaturisce dall’uso di assorbenti industriali, siano essi tamponi o assorbenti. La realizzazione di questi prodotti, tra l’altro, non prende in considerazione i rischi per la salute delle donne, le quali, mese dopo mese con lo scorrere dei propri fluidi mestruali, si sono abituate al loro utilizzo, sebbene siano nocivi per l’ambiente e per il proprio corpo.
Ti sei mai chiesta che materiali si adoperino, quali processi chimici intervengano nel processo di realizzazione, in che condizioni si producano e lavorino le persone impiegate in questo settore, quale sia il tuo impatto sull’ambiente durante tutta la tua vita mestruale e, infine, dove finiscano questi prodotti una volta gettati via?
Alcune marche di assorbenti industriali rendono noti soltanto materiali quali la cellulosa, il polietilene (una delle plastiche più comuni), carta siliconata, cotone, poliestere, polipropilene (tela di plastica non intessuta), polpa di carta sbiancata e aromatizzata. In rete è possibile trovare più informazioni sui componenti tossici utilizzati e non dichiarati:cotone transgenico, diossina, poliacrilato, rayon e amianto. Facendo un po’ il calcolo, la donna avrà in un anno un totale di 60 giorni di mestruazioni che, moltiplicati per circa 38 anni di ciclo, dà come risultato medio 2.280 giorni di flusso.
In ciascuno di essi si usano di solito quattro assorbenti che moltiplicati per una media di cinque giorni ammonta a 20 assorbenti al mese. Se ogni assorbente dopo l’utilizzo pesa circa cinque grammi, ognuna di noi produce 65 kg di spazzatura all’anno. In quarant’anni diventeranno 2600 kg. Dieci donne durante il ciclo produrranno tutte insieme, quindi, 6500 kg di spazzatura ogni anno. In quarant’anni, avremo gettato 260 tonnellate di assorbenti altamente inquinanti e non degradabili in natura.
Ricordiamo che affinché si degradi un assorbente occorrono 500 anni!
Peraltro, se nel corso della vita mestruale ci avveleniamo anche con le componenti tossiche, ciò potrebbe provocare malattie di varia entità, tra cui infezioni urinarie, alterazioni del flusso, allergie, cistiti e, addirittura, tumori.
Staremo dando, inoltre, un pessimo esempio alla future generazioni di donne mestruanti che seguiranno la stessa deriva. Possiamo, quindi, cominciare dai nostri corpi a correggere queste tendenze negative che li deturpano.
In che modo? Utilizzando metodi alternativi, come le coppette mestruali o gli assorbenti lavabili.
L’ideale sarebbe avere a disposizione la quantità di assorbenti lavabili corrispondenti ai tuoi giorni di ciclo mestruale. E’ molto semplice usarli: li inserisci all’interno delle mutandine, li cambi ogniqualvolta sia necessario, poi dopo l’utilizzo li lasci a bagno alcune ore o minuti e infine li lavi o a mano o in lavatrice.
Nel caso in cui non ti trovi a casa tua, puoi cambiare assorbente, richiudendo e conservando quello già utilizzato richiudendolo su se stesso con gli appositi bottoni. Non c’è da temere alcun cattivo odore, dal momento che l’odore sgradevole che da sempre associ al tuo sangue è causato dalle sostanze chimiche dei prodotti usa e getta.
In realtà il nostro sangue non ha quel tipo di odore (provare per credere!). Puoi anche scegliere di riutilizzare l’acqua in cui hai lasciato a bagno i tuoi assorbenti ecologici per innaffiare le piante o versarla nei terreni vicini (a meno che non fai uso di saponi e disinfettanti). Ciò contribuirà a riconnetterti con la tua natura e nutrire il terreno.
Il nostro sangue, infatti, contiene cellule madri rigenerative simili alle cellule staminali del cordone ombelicale e del midollo osseo, oltre ad essere un eccellente fertilizzante naturale e rigeneratore del suolo. Attualmente, alcuni laboratori di ricerca hanno già immagazzinato questo tipo di cellule perché è stato scoperto che hanno la capacità di curare malattie mortali.
Possono essere, inoltre, adoperate in terapie alternative relative a incidenti cerebro-vascolari, disturbi cardiaci, diabete, malattie neurodegenerative e lesioni ischemiche. Questa saggezza era ben conosciuta dalla culture ancestrali, tanto che in alcuni casi il sangue si conserva ancora per guarire le ferite gravi all’interno delle tribù.
Purtroppo, molte di noi sono state educate con l’idea che il nostro sangue costituisce un rifiuto disgustoso, oltre che un tema scomodo, vergognoso. Si sente dire che utilizzare altri metodi è arretrato, da poveracce.
Ti sei mai domandata a partire da quale momento storico hanno cominciato a circolare tali discorsi? Se ti informi adeguatamente, troverai un nuovo mondo che sorge dal potere del mestruo. Potresti anche cominciare a cambiare molte cose nella tua vita e in quella di altre persone, altre generazioni. Questa proposta è anche un invito ad essere consapevoli del tuo ciclo mestruale.
Articolo scritto da Ivonne Vergara, cilena, artigiana ed erborista dell’Associazione S.D. Arcivescovo Di Filippo. Se ti è piaciuto l’articolo iscriviti al mio blog, oppure seguimi sulla pagina Facebook di Terra Madre