E’ stato ripubblicato un vecchio saggio di Vandana Shiva che risulta essere quanto mai attuale, in periodo di Expo: Il mondo del cibo sotto brevetto.
I diritti di proprietà legati al commercio di beni di consumo hanno limitato la possibilità di produrre cibi naturali e distrutto la biodiversità.
Scritto in modo estremamente accessibile, questo libro di Vandana Shiva dimostra con grande concretezza come la questione apparentemente astratta della proprietà intellettuale si stia trasformando in uno strumento finalizzato al saccheggio delle risorse naturali del pianeta da parte delle grandi corporation.
Come scrive nel libro la Shiva:
«In primo luogo, in assenza di brevetti, il sapere viene condiviso, non tenuto segreto. In secondo luogo, ciò che viene offerto dai brevetti non è il sapere, bensì l’informazione, e poiché i brevetti impediscono ad altri di utilizzare le informazioni in essi contenute fino alle scadenza dei brevetti stessi, la divulgazione delle informazioni è del tutto priva di utilità. Infine, è noto che i brevetti costituiscono un ostacolo al trasferimento di tecnologia dal Nord al Sud del mondo. I brevetti, pertanto, sono essenzialmente un sistema per produrre entrate e non per generare o trasferire conoscenze».
Il risultato, purtroppo, è la grande truffa a danno delle risorse e del sapere del Terzo mondo, che vengono trasformati in «proprietà intellettuale» delle grandi corporation, americane nell’80%. Miliardi di royalty prelevati dal Terzo mondo! La stessa cosa che ieri facevano i colonizzatori quando si appropriavano direttamente delle risorse naturali, dall’oro ai diamanti alle foreste.
Ecco perchè dell’importanza di attuare quanto prima una politica diversa, così come scritto nel Manifesto Terra Viva presentato ad Expo 2015.
Un appello accorato che l’attivista ha lanciato attraversando il Parco della Biodiversità, quello che porta al Padiglione del Biologico dell’Expo.
“Questo Parco – ha detto Vandana Shiva – è il luogo più bello e più importante di tutta l’Expo. È una gioia per me attraversarlo. Tutta l’Expo dovrebbe essere così, un grande parco della biodiversità“. Accompagnata accompagnata da Duccio Campagnoli, presidente di Bologna Fiere, e dalle Donne in campo della Confederazione italiana agricoltori (Cia), l’attivista indiana ha piantato in una piccola aiuola dei semi indiani di zucca, okra e melone portati dall’associazione da lei fondata, Navdanya International.
Non solo, Vandana ha seminato con le sue mani anche cereali biologici italiani, fra cui fagioli e farro. “Speriamo che siano felici qui e che si moltiplicheranno”!
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