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A NATALE NON MANGIAMOCI IL PIANETA!

23 Dicembre 2016 By Rossella Leave a Comment

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E’ questo il titolo della nuova campagna di Italia Che Cambia lanciata per le feste ci invita a cambiare in modo positivo soprattutto a Natale, per evitare di “mangiarci” il pianeta.

Il Natale è un periodo di condivisione e di gioia. Dal punto di vista spirituale rappresenta un momento in cui riscoprire le vere priorità della nostra vita e migliorarci.

Paradossalmente però, le feste natalizie sono anche il periodo dell’anno dove lo spreco di cibo e i rifiuti arrivano alle stelle.

A seguito dell’iniziativa della Campagna dell’1%, l’associazione Italia Che Cambia ha lanciato delle campagne mensili a cui possono aderire gli Agenti del Cambiamento e anche tutti coloro che lo desiderano.

Dopo quella di novembre sull’Energia, quella di Dicembre si intitola proprio “A Natale non mangiamoci il Pianeta”.

Vediamo insieme di cosa si tratta e come aderire attivamente.

Un Natale sostenibile, ecologico ed economico

Agire in modo sostenibile per il pianeta anche durante le feste è molto più semplice di quanto si possa immaginare e non comporta sacrifici insostenibili.

Perché il Natale è un periodo così drammatico per l’ambiente?

Pranzi e cene in famiglia o con gli amici sono una tradizione irrinunciabile. Questo però aumenta moltissimo lo spreco di cibo, che spesso avanza per via della enorme quantità di alimenti che viene preparata durante queste occasioni.

Si è calcolato che, solo nel periodo che va dal 25 dicembre al 6 gennaio, ogni anno si spreca qualcosa come 400.000 tonnellate di cibo, una quantità inaccettabile, soprattutto se si pensa che una parte del mondo versa in estrema povertà e il cibo non basta mai per tutti. Inoltre i grandi pasti frequenti e con molti invitati aumentano l’uso di posate e stoviglie di plastica usa e getta.

La ricerca di alimenti esotici e fuori stagione fa aumentare le importazioni e di conseguenza anche il consumo di carburante per trasportarlo.

Ma il trasporto di cibi importati non è l’unico fattore che innalza il livello di inquinamento durante il Natale. Come anche rilevato dalla FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), la produzione di carne rossa è una delle attività che crea più inquinamento e dispendio di energie al mondo e, durante il periodo delle feste, il suo consumo si innalza pesantemente.

Anche le decorazioni che usiamo per la casa possono avere un pessimo impatto sull’ambiente, in particolare sullo spreco di energia e sull’aumento dei rifiuti.

Il cambiamento, si sa, è contagioso. Condividere le proprie azioni può spingere molti altri a fare altrettanto. Invia ad Italia Che Cambia le fotografie del tuo Natale ecologico oppure pubblicale sui social utilizzando l’hashtag #natalechecambia.

Per avere maggiori informazioni su questa campagna, visita la pagina dedicata sul sito dell’associazione: http://www.italiachecambia.org/a-natale-non-mangiamoci-il-pianeta/

Fonte Macrolibrarsi

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5 MODI DI ESSERE NEOMAMME GREEN

22 Ottobre 2016 By Rossella Leave a Comment

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Negli ultimi anni si sta facendo strada un nuovo tipo di accudimento, differente rispetto al passato, votato al rispetto del nuovo nato, all’attenzione ai suoi bisogni e necessità, all’ascolto e alla comunicazione, questa nuova forma di maternage la potremmo definire di tipo “naturale”.

Di seguito vediamo quali sono i 5 pilastri della maternità naturale.
1. La nanna attraverso il co-sleeping

Per sonno condiviso, o co-spleeping, intendiamo tutte quelle modalità di sonno che prevedano la presenza di mamma e bambino (ma anche del papà) nello stesso ambiente e che possa permettere la loro vicinanza fisica.

Questa modalità di sonno, grazie ad un alto contatto fisico tra genitori e bambino, permette di ridurre il pianto del bebè, garantisce una maggiore probabilità di successo per l’allattamento al seno, aumenta la temperatura corporea dei bambini e il ritmo del sonno-veglia tra mamma e bimbo rimane sincronizzato.

Scrive l’ostetrica Angela DiNoia: “Il meccanismo del sonno è un evento biologico e psicologico assai complesso che richiede tempo e pazienza per maturare. Il neonato non è affetto da insonnia, ma deve semplicemente perfezionare una sua capacità. Con il passare dei mesi imparerà a dormire, a camminare, e più avanti perfino a parlare! Bisogna soltanto saper aspettare. Il piccolo di poche settimane non è un “elettrodomestico”: è semplicemente un neonato e come tale va considerato e rispettato.”

2. Portare il proprio bambino: il babywearing

Con il termine Babywearing (letteralmente “indossare un bambino”) si indica la pratica di portare un bambino attraverso l’utilizzo di specifici supporti porta bebè.

Ma portare un bambino non va semplicemente ridotto al concetto di trasporto, questa tecnica di antichissima origine ha un obiettivo molto più nobile, cioè quello di far entrare in relazione con il proprio bambino, soprattutto nei primi delicati momenti dopo la nascita.

Nell’ultimo decennio questa pratica sta riscoprendo una certa notorietà, in quanto la scienza ha riconosciuto che per i bambini essere amati e tenuti in braccio non è un optional, è semplicemente vitale. L’indossare i bambini è quindi un modo per garantire loro un costante contatto e permettere loro di sentirsi sempre amati. Se un bambino si sente al sicuro da piccolo, sarà un adulto più soddisfatto.

Inoltre, la fascia permette di “indossare” i bimbi mentre si vive la propria quotidianità e permette alle mamme e ai papà, dopo una lunga giornata di lavoro o qualche ora passata lontano, di ri-connettersi con il piccolo.

3. Allattamento “a richiesta”

Immaginate la scoperta di un nuovo sistema di alimentazione in grado di fornire al neonato un cibo nutriente e buono, contemporaneamente in grado di proteggere il neonato dalle malattie e dalle infezioni e di rafforzarne il legame con la madre. Il prodotto sarebbe disponibile ovunque, nella quantità richiesta, e non richiederebbe confezionamento, conservazione o preparazione alcuna. Chissà quanto guadagnerebbe l’inventore di un prodotto simile!”.

Il sistema di alimentazione è stato inventato… è il latte materno!

I bambini sanno quando devono mangiare e soprattutto quanto devono mangiare. Il loro pianto ogni circa due o tre ore significa proprio questo: è ora della poppata.

4. Auto svezzamento naturale

Con auto svezzamento si intende il graduale passaggio da un regime alimentare di solo latte a una dieta solida e varia. Avviene intorno a sei mesi ed è un processo in cui il bambino, con molta serenità, inizia a esplorare e ad assaporare i cibi dell’alimentazione di famiglia.

Con questo approccio è possibile cominciare a proporgli degli assaggi e questo vale per tutti i cibi, uova e pesce compresi, alimenti che in passato erano introdotti più tardi nella dieta. Questo vuol dire che il bambino può mangiare le stesse cose di mamma e papà, a patto che si tratti sempre di cibo sano.

Il piccolo si fida dei genitori, per natura, e di conseguenza lo farà anche per quel che riguarda quello che mangia.

Durante l’auto svezzamento il latte rimarrà il punto fermo del bambino, mentre lui sarà libero di esplorare nuovi sapori e iniziare a sviluppare gusti e preferenze proprie.

5. Alimentazione naturale e cosmesi naturale

La cura del proprio bambino apre tante domande e mette in discussione stili di vita e abitudini assodate prima del loro arrivo.

L’alimentazione del bambino è una buona occasione per porsi delle domande riguardo l’alimentazione della famiglia e per chiedersi se si mangia abbastanza frutta, la giusta dose di verdura e se si alternano correttamente le proteine di origine animale. Lo stesso vale per la cura del proprio corpo: l’utilizzo di prodotti cosmetici e di cura della persona a base di principi chimici o derivati dal petrolio sono un altro elemento importante su cui riflettere.

Leggere sempre le etichette che riportano la composizione dei prodotti cosmetici (INCI) o le etichette dei prodotti alimentari che acquistiamo è utile ed essenziale per sapere che cosa “ci spalmiamo” e con che cosa ci stiamo alimentando.

Fonte Macrolibrarsi

 

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5 OLI ESSENZIALI PER ALLONTANARE I PIDOCCHI

27 Ottobre 2014 By Rossella Leave a Comment

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Con l’inizio della scuola alcuni bambini portano a casa uno sgradito ospite: il pidocchio. Debellarli non sempre è facile e, a volte, a distanza di poco tempo, si ripresentano. Come fare a debellarli definitivamente e in modo naturale?

L’uso di oli essenziali, dall’alto potere antisettico, utilizzati puri oppure in olio vettore per i più piccini (oliva, sesamo, mandorle dolci), può essere risolutivo: 2-3 gocce in una piccola quantità di olio va bene per massaggiare il cuoio capelluto.

Gli oli più indicati sono:

1. tea tree

2. lavanda

3. eucalipto

4. menta piperita

5. rosmarino

Questo però, spesso, non basta, ma bisogna seguire una serie di consigli igienici:

    • Sciacquare i capelli con acqua calda ed aceto bianco.
    • Utilizzare un pettine a denti stretti.
    • L’ultima passata del pettine è consigliata farla con il pettine apposito bagnato nell’aceto leggermente caldo in quanto staccherà più facilmente le uova (lendini) attaccate ai capelli.
    • Pulire e disinfettare bene tutti gli ambienti frequentati e gli oggetti usati.
    • Lavare e disinfettare indumenti e biancheria con temperature alte.
    • Mettere spazzole e pettini a bagno per un’ora in una soluzione disinfettante gli oli essenziali in una concentrazione del 2%. Dopo averli disinfettati, mettete le spazzole ed i pettini per 30 minuti nel freezer. 

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