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PICCOLO MANUALE DELLO SHINRIN YOKU

26 Marzo 2019 By Rossella Leave a Comment

Foresta Umbra del Gargano, Foggia.

Conosci lo Shinrin Yoku o Bagno nella Foresta? 

Mai dare per scontato una passeggiata nel bosco o più in generale in ambienti naturali ricchi di alberi: dal Giappone, paese super industrializzato, è nata una vera e propria terapia che si basa sugli effetti terapeutici delle ore che si trascorrono in un bosco.

Come si legge su Wikipedia:

In una serie di studi del 2010, gli scienziati hanno scoperto che quando le persone passano alcune ore in un ambiente più naturale (foreste, parchi e altri luoghi con un grande concentrazione di alberi) vi è un aumento della funzione immunitaria. Per questo motivo se un individuo si reca in una foresta e respira profondamente potrà godere di numerosi benefici, tra quali concentrazioni inferiori di cortisolo, diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, diminuzione dello stress e cura alla depressione. Il merito di questi benefici sarebbe da attribuire ai fitoncidi, monoterpeni del legno degli alberi, i quali, oltre a rilasciare speciali sostanze nell’aria per proteggersi dal marciume e dagli insetti, sembrerebbero anche portare beneficio agli esseri umani.

Se vuoi approfondire questo argomento alla portata di tutti, ti consiglio l’ultimo libro edito, un piccolo, ma ricco di spunti, manuale del Gruppo Macro: Piccolo Manuale dello Shinrin Yoku.

La pratica consapevole di questo Bagno può portare a numerosi benefici e favorire gli effetti positivi del bosco. L’autrice tedesca Bettina Lemke, ci fa  conoscere più da vicino 11 alberi presenti nei nostri boschi, per permetterci di apprezzare le qualità terapeutiche di ognuno; inoltre ci insegna ad aprirci alla forza guaritrice della natura, servendosi di molti esercizi pratici che spaziano dal miglioramento dell’attenzione all’aromaterapia, dalla camminata a piedi nudi alla ricerca del proprio luogo ideale nel bosco.

Piccolo Manuale dello Shinrin Yoku
Bettina Lemke
Piccolo Manuale dello Shinrin Yoku
Esercizi, rituali e meditazioni per rigenerarsi nel bosco
Macro Edizioni
€ 14,50

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GLI OLI ESSENZIALI PER LA CURA DEI CAPELLI

24 Gennaio 2019 By Rossella Leave a Comment

Gli oli essenziali possono essere un vero e proprio toccasana per la salute dei capelli, soprattutto in autunno. Vanno diluiti in un olio vettore, come ad esempio l’olio di cocco (leggi qui), che aiuta la pelle a rigenerarsi. Gli oli essenziali posso essere usati per fare impacchi, massaggi o aggiunti allo shampoo.

Olio essenziale di camomilla

Dovrebbe essere usato nella concentrazione dello 0.5-1% per capelli da sottili a normali. È buono per disturbi in cui la caduta dei capelli è causata dall’infiammazione del cuoio capelluto e dei follicoli. L’olio di camomilla aiuta a rinfrescare ed è un olio anti-infiammatorio.

Olio essenziale di Ylang Ylang

Quest’olio è utile per aumentare lo spessore del fusto del capello e per ottenere capelli più sottili. È utile anche per trattare le doppie punte e può equilibrare la produzione di grasso del cuoio capelluto. 

Olio essenziale di lavanda

Quest’olio è usato in molti prodotti per capelli e ha i seguenti effetti: emolliente, anti-infiammatorio, antibatterico, rigenerativo ed equilibrante. Può essere usato su tutti i tipi di capelli.

Olio essenziale di salvia

Si è infatti accertato che questa pianta contiene il beta-sitosterolo, un composto molto utile per aiutare ad arrestare la perdita dei capelli. Anche questo olio può contrastare la formazione di grasso nei capelli.Se ti è piaciuto l’articolo iscriviti al mio blog, oppure seguimi sulla pagina Facebook di Terra Madre

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STAR BENE IN AUTUNNO

6 Ottobre 2017 By Rossella Leave a Comment

Autunno, stagione che secondo la medicina cinese è governata dall’elemento Metallo. E’ questo il momento propizio per ripulire dalle scorie il nostro intestino e i nostri polmoni; questi due organi apparentemente distanti sono accomunati da un’importante funzione: governare gli scambi energetici, assimilare nuova energia e smaltire tutte le scorie e le sostanze di rifiuto, favorendo il ricambio organico stagionale e attivando il potenziamento delle barriere difensive.

Il sapore piccante si rivela molto utile per asciugare questi organi dall’eccesso di umidità accumulata durante l’estate con cibi freddi e crudi.

Sono perfetti a questo scopo ravanelli, daikon, zenzero e peperoncino (sconsigliato in caso di gastrite). Come si pulisce il terreno per accogliere i nuovi semi, così il nostro corpo, che segue esattamente lo stesso cammino cosmico, deve liberarsi di tutte le scorie e “preparare il suo terreno” alla rinascita primaverile. Ecco cosa ci fornisce ottobre per compiere la nostra trasformazione:

  • LE NOCCIOLE: simbolo per eccellenza dell’autunno, ricca di proteine, vitamina A, B, acido folico e sali minerali. Nella cultura celtica la nocciola significava la saggezza, la dimensione interiore imperturbabile al mutare dei fattori esterni… Il consumo ideale è di 5-6 nocciole al mattino, meglio se ammollate la sera precedente.
  • LE CASTAGNE: ottimo energizzante autunnale, ricco di fibre, fosforo, vitamina B2 e PP, rigeneranti del sistema nervoso e muscolare. È importante consumarla ben cotta e masticarla bene per sfruttare tutti i suoi benefici a livello intestinale.
  • LE MELE: vitamina A, B1, B2, C, PP e oligoelementi come potassio, calcio, ferro, magnesio, rame e zinco, acido malico dall’effetto disinfettante della mucosa intestinale, flavonoidi tra cui la quercitina che riduce il colesterolo e fluidifica il sangue;

Un’ attenzione particolare è da riservare anche al nostro sistema nervoso: il brusco ridursi delle ore di luce influisce sulla produzione di melatonina da parte dell’epifisi; la melatonina è il precursore della serotonina e una sua alterazione può causare disturbi del tono dell’umore e stanchezza tipici di questo mese…

Guarda caso arrivano le giuggiole con effetti positivi sul tono dell’umore e sulla produzione di melatonina.

Ma un’altra pianta tonica che può aiutarci è sicuramente la Rhodiola rosea che sostiene l’organismo a reagire bene in caso di stress psico-fisico, nella capacità di adattarsi ai cambiamenti e sfruttare al meglio le proprie energie.

Per rendere le nostre giornate ancora luminose e vitali, nonostante la riduzione delle ore di luce possiamo circondarci dell’essenza di cedro, capace di donarci equilibrio e stabilità, aiutandoci a superare questo delicato momento di transizione e riarmonizzarci con il nuovo ciclo della natura.

Fonte: Macrolibrarsi

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L’AURICOLOTERAPIA: TERAPIA RIFLESSA

17 Maggio 2017 By Rossella Leave a Comment

L’orecchio, così come il piede e la mano, rappresenta una mappa in cui sono riflessi tutti gli organi e gli apparati del nostro corpo. A livello energetico, tutto il nostro organismo è connesso. La cosa importante è affidarsi ad un professionista che conosca bene la medicina tradizionale cinese, su cui si basa l’auricoloterapia. 

Auricoloterapia: come si fa?

Sembra strano pensare di poter far terapia su uno spazio minuscolo come l’orecchio!

Così come avviene in riflessologia plantare, in cui attraverso la stimolazione della pianta del piede si arriva a trattare gli organi interni, attraverso l’orecchio si possono stimolare alcuni punti specifici dell’orecchio, lavorando per riflesso sugli organi stessi.

Come funziona l’auricoloterapia?

L’orecchio rappresenta una mappa, in cui sono disposti tutti i punti del nostro corpo. Mediante stimolazione di quel punto si ottiene un effetto all’interno dell’organismo. Questa terapia rappresenta uno strumento valido al pari di un massaggio che non risulta invasivo.

Per capire l’auricoloterapia bisogna partire dal concetto di dolore riflesso.

Cos’è un dolore riflesso? Si tratta di quel dolore che è prima di tutto un sintomo e che in secondo luogo, non sempre rappresenta l’origine del problema. Per dirlo in altre parole, il dolore che avvertiamo in alcune parti del corpo (ad esempio un mal di testa o un dolore alla schiena) spesso è il riflesso di un organo o apparato che non funziona correttamente all’interno del nostro corpo.

Come si svolge l’auricoloterapia

La terapia si mette in atto utilizzando uno strumento apposito, un piccolo bastoncino di acciaio con punta arrotondata, che rileva i punti dolenti dell’orecchio. Come abbiamo detto, ogni punto è associato ad un organo.

Ci sono due tipologie di trattamento impiegate attraverso l’auricoloterapia. La prima viene definita di tonificazione e la seconda di dispersione. Si basa sempre sul concetto di calore e freddo, introdotto dalla medicina tradizionale cinese.

Se l’organo corrispondente, trovato dolente, si trova in una condizione di eccessivo calore (infiammazione) allora si utilizzerà la tecnica della dispersione per alleggerire l’organo. Se invece, al contrario, la condizione è di eccesso di freddo e quindi ipotono, si utilizzerà la tecnica della tonificazione, per dare energia all’organo e aiutarlo nella sua azione. 

Tra i disturbi e le patologie che rispondono all’auricoloterapia troviamo insonnia, ansia, stress, attacchi di panico, depressione, nausea, vomito, timidezza, tabagismo, dipendenza dall’alcool, sovrappeso, controllo della fame, sciatica, lombo sciatalgia,cervicalgie, periatrite scapolo-omerale, psoriasi, infertilità, disfunzione erettile, cura delle tonsille e disagi dovuti alla postura. 

In auricoloterapia, la stimolazione della superficie esterna del padiglione auricolare può avvenire in almeno tre modi:

  • Attraverso l’inserimento di aghi da agopuntura;
  • Attraverso micro-scariche elettriche;
  • Mediante laser
  • Mediante piccoli magneti

Quest’ultima modalità utilizza dei piccoli magneti con cerotto che utilizzano la pressione sull’orecchio esterno per dare sollievo e benessere a tutto il corpo.

 

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OCCHI E FEGATO: UNA SINERGIA DI AZIONE

15 Marzo 2017 By Rossella Leave a Comment

Con la primavera e la fioritura delle piante le allergie di ogni tipo si risvegliano. Così anche gli occhi ne risentono. Bruciore, lacrimazione… ma avete mai pensato che questi sintomi agli occhi potessero avere un’origine interna?

A volte ci fermiamo in modo troppo superficiale al sintomo senza chiederci cosa esso possa nascondere. 

Bruciore agli occhi e lacrimazione

Se soffri di bruciore agli occhi o lacrimazione eccessiva, sai quanto possa essere fastidioso conviverci. Spesso i rimedi utilizzati portano sollievo per un po’ ma poi il problema si ripresenta. Con la primavera alle porte, il bruciore agli occhi può aumentare.

Se leggiamo questo sintomo in chiave olistica, considerando il corpo come un tutto unico e indivisibile e dove tutto è connesso, possiamo pensare che il disequilibrio non sia circoscritto alla zona oculare ma che ci sia un’origine diversa e più profonda. In chiave energetica, ogni disturbo ha un’origine interna che è da ricercarsi nello squilibrio di un organo o di un apparato.

Occhi e fegato

Secondo le medicine orientali, il concetto di dolore riflesso è alla base di ogni indagine. L’occhio non è un organo o un apparato vitale e per questo non può essere l’origine del sintomo.

Gli occhi rappresentano la cellula epatica, fegato e cistifellea. Questo significa che chi soffre di problemi oculari ha il fegato che non funziona? No, non è proprio così.

In termini orientali, si parla di disequilibrio energetico a carico di un organo e non di malattia, nel senso in cui la intendiamo noi.  Per noi la malattia è quando si presenta un disturbo conclamato. Un disequilibrio energetico può insorgere mesi e talvolta anni prima che la malattia si manifesti.

Un bruciore agli occhi, una lacrimazione eccessiva o al contrario scarsa, rappresentano sintomi che ci possono fa pensare che esista un disequilibrio a carico dell’organo epatico.

Cosa fare quindi se gli occhi bruciano o lacrimano?

Per prima cosa è utile aiutarsi con rimedi naturali che allevino il fastidio e calmino il bruciore. L’ideale è utilizzare una soluzione in gocce (preferibilmente monodose) con estratti di mirtillo, eufrasia, calendula. Queste piante svolgono un’azione lubrificante, rinfrescante e lenitiva. Aiutano a calmare il bruciore e la lacrimazione eccessiva.

In caso di secchezza oculare, si può aggiungere anche l’estratto di camomilla che lenisce l’infiammazione presente e crea una pellicola protettiva per l’occhio.

Contemporaneamente è opportuno agire anche dall’interno e facilitare l’eliminazione delle tossine a carico dell’organo epatico: meglio evitare caffè e alcolici e assumere per almeno due mesi una miscela di tinture madre di carciofo, tarassaco, rosmarino, ribes nero. L’azione sinergica, uso topico e interno, garantiscono un ottimo risultato.

Fonte Macrolibrarsi.

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DISINTOSSICARSI DAI METALLI PESANTI

13 Febbraio 2017 By Rossella Leave a Comment

Parliamo di intossicazione da metalli pesanti (elementi chimici con peso specifico superiore a 5,0, 5 volte più denso dell’acqua). Non tutti i metalli pesanti sono dannosi al nostro organismo anzi: gli oligoelementi, ad esempio, fanno bene ma in dosaggio elevato risultano tossici: il ferro, il rame, il manganese e lo zinco. Un’altra categoria di metalli pesanti è usata invece a scopo terapeutico: il bismuto, il gallio, l’oro, il litio e l’argento.

Infine abbiamo quei metalli che, in qualunque dosaggio, sono esclusivamente tossici.

Concentriamoci proprio su questi ultimi: piombo, mercurio, alluminio, arsenico,cadmio.

Il problema dei metalli tossici e dell’inquinamento è particolarmente serio: si calcola che nel corso della nostra vita mangiamo 1/3 di cucchiaino di mercurio, 1 cucchiaino di piombo, 1 di arsenico, 1,5 kg di alluminio.

Ci sono degli aiuti che la natura come sempre ci offre e che sono alla portata di tutti perché facilmente reperibili e anche non troppo dispendiosi.

Argilla verde o illite

L’argilla è un deposito di roccia finissimo ricco di sali minerali (soprattutto silice), grazie alla consistenza delle minuscole particelle che la compongono può assorbire tossine e radicali liberi che circolano nell’organismo.

L’ideale sarebbe versarne un bel cucchiaio in un bicchierone d’acqua la sera, mescolare e lasciar depositare per tutta la notte, il mattino seguente bere solo “l’acqua sporca”: da ripetere almeno per 40 giorni.

Zeolite

La zeolite è un minerale microporoso di origine vulcanica caratterizzato da una struttura molecolare a nido d’ape con una carica negativa naturale che attrae e lega tossine e metalli tossici.

Il composto ottenuto viene poi metabolizzato dal fegato ed eliminato.

Clorella

È la famosa alga d’acqua dolce con buone proprietà disintossicanti. Agisce come una resina a scambio ionico e ha un buon effetto nel legare i metalli nello stomaco, soprattutto il mercurio, ma non è altrettanto efficace nel mobilitarli ed espellerli dagli altri organi: non raggiunge i metalli intracellulari e non attraversa la barriera ematoencefalica.

La clorella è comunque una fonte significativa di nutrienti come vitamine, amminoacidi, acidi grassi e minerali. Si trova in compresse o in polvere: si può cominciare assumendo 1 cmp da 500 mg al giorno (1/4 di cucchiaino) per una settimana, poi 5 cmp da 500 mg (3/4 di cucchiaino), sempre per una settimana, prima dei tre pasti, in modo che la clorella si trovi proprio nella porzione di intestino tenue che riceve la bile a inizio pasto e possa assorbire i metalli tossici.

Dopo questa settimana di dose elevata tornare alla dose iniziale per due settimane. Il periodo di disintossicazione con la clorella può durare da 2 a 6 mesi.

Coriandolo

La tintura madre di questa pianta ha la capacità di estrarre i metalli dai tessuti, ma una volta estratti questi metalli rimangono in circolazione e non vengono efficacemente espulsi dall’organismo. È quindi necessario abbinare il coriandolo ad altre sostanze efficaci nell’espulsione.

Il grande vantaggio è che questa pianta attraversa la barriera emato-encefalica grazie al mercaptano, una sostanza ad azione chelante. È bene assumerlo per una settimana con un’interruzione di 2-3 settimane.

Una buona combinazione è proprio abbinare il coriandolo con la clorella in modo che il primo possa rimuovere i metalli tossici dai tessuti e la clorella proceda all’eliminazione attraverso l’intestino. Si assumono 10 gocce di tintura madre di coriandolo 3 volte al giorno, mezz’ora dopo aver assunto la dose elevata di clorella.

È consigliato assumere anche vitamina C, almeno 500 mg tre volte al giorno, il più possibile lontano dalla clorella.

Selenio

Soprattutto in forma organica, il selenio è efficace nel chelare il mercurio ma non altri metalli, inoltre bisogna fare attenzione al dosaggio.

Lo troviamo abbondante nel riso integrale e nelle noci brasiliane.

Crusca di riso

La crusca di riso è efficace in particolare per chelare il ferro grazie alla grande quantità di inositolo, il quale forma col ferro composti inorganici.

Metil-sulfonil-metano (MSM)

Il metil-sulfonil-metano contiene zolfo e si trova naturalmente in frutta, verdura (aglio, cipolla e svariate crucifere) e pesce, ma anche sotto forma di integratore: i gruppi solfidrici si legano ai metalli tossici, in particolare a piombo, cadmio e mercurio, ma non se non abbiamo prima una riserva di zolfo utilizzabile.

Un buon modo per integrare lo zolfo è assumerne mezzo cucchiaino o mezza capsula una volta al giorno per arrivare a una capsula o un cucchiaino 2 volte al giorno.

Altri metodi

Le mele contengono acido malico, un ottimo depurativo intestinale.

Le alghe contengo alginati che aiutano la mobilitazione intestinale e di conseguenza l’eliminazione dei metalli tossici.

Lino e psillio formano dei gel anch’essi utilissimi per ripulire l’intestino.

La spirulina e la klamath sono entrambi ottimi alleati.

Fonte Macrolibrarsi

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