In Italia non abbiamo la cultura di cuocere la frutta. Per noi la frutta cotta sono le mele o, al massimo, le pere. L’idea di cuocere la frutta potrebbe fare inorridire i crudisti, ma la frutta cotta (e non “stracotta”) ha tanti vantaggi.
Come spiega la bravissima dottoressa Sabine Eck su Il Pasto Nudo , la frutta cotta non fa solo bene a chi ha l’intestino pigro e piace ai bambini, ma è un valido modo per mangiare la frutta senza perdere i vantaggi delle vitamine, ad esempio la C, che rimane intatta anche dopo la cottura (parliamo di una cottura di 4-5 minuti).
Soprattutto d’inverno è un ottimo alimento quando si è malati: “mal di gola, febbre, raffreddori, influenze. La frutta cotta (a temperatura ambiente) serve per idratare, mineralizzare, agisce favorevolmente sull’intestino, è pure antipiretica e drena il sistema linfatico.”
La frutta cotta è più digeribile e può essere mangiata anche a fine pasto.
Per la cottura, basterà aggiungere pochissima acqua alla frutta tagliata in pezzi (se è bio e se non abbiamo un intestino troppo delicato, possiamo anche lasciarci la buccia), un pizzico di sale e mettere sul fuoco per pochi minuti! Per i palati più esigenti si può fare uso di qualche spezia come cannella, chiodi di garofano o una manciata di uva passa.Se ti è piaciuto l’articolo iscriviti al mio blog, oppure seguimi sulla pagina Facebook di Terra Madre

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