Sì, la pace nel mondo passa attraverso le donne, e più spesso attraverso le donne dei paesi in via di sviluppo.
La pace è giustizia, è lavoro, è cibo per tutti. Nel volume. “Nutrire il pianeta” lo State of the World 2011 presentato l’anno scorso in Italia e realizzato dopo due anni di ricerche in 25 Paesi africani, racconta le pratiche agricole innovative, a basso costo e sostenibili sotto il profilo ambientale. Anche da lì risulta che sono le donne la chiave per vincere la fame nel mondo.
Da sempre le donne sono state produttrici e trasformatrici di alimenti. Oggi sono responsabili della metà della produzione mondiale di cibo, con un’oscillazione che va dal 60% all’80% nei Paesi in via di sviluppo.
Come racconta la ricercatrice e attivista Silvia Federici qui: “le donne sono state produttrici e trasformatrici di alimenti nel mondo da tempo immemorabile. Al giorno d’oggi, in alcuni parti del mondo (Africa soprattutto), l’80% degli alimenti che si consumano sono prodotti da loro. La loro agricoltura di sussistenza permette di vivere a milioni di persone che, se non fosse così, non potrebbero comprare il cibo al mercato.
Nei paesi con un alto tasso di povertà, gli orti domestici stanno diventando infatti la carta vincente per il miglioramento economico e sociale di molte realtà urbane, come si legge in questo documento della FAO.
Per dirla con le parole del filosofo Amartya Sen:
«Progredire verso l’eguaglianza tra i sessi, ribaltando gli impedimenti sociali ed economici di varia natura che privano le donne del potere di esprimersi e di agire, potrebbe essere uno dei modi migliori per salvare l’ambiente e per contrastare i pericoli della sovrappopolazione nonché altre avversità legate alla pressione demografica. La voce delle donne è di critica importanza per il futuro del mondo – non solo per il futuro delle donne stesse».
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