«In Italia buttiamo una quantità di cibo che potrebbe nutrire i tre quarti della popolazione nazionale. Uno spreco da 37 miliardi di euro, pari al 3% del nostro Pil che, si è calcolato, potrebbe sfamare l’Etiopia intera». Queste sono le parole di Adolfo Villafiorita, creatore dell’applicazione Bring The Food, presentata il 2 di giugno a Trento nell’ edizione italiana di Random Hacks of Kindness.
Come funziona? Come potete leggere qui, Bring the Food segue un percorso lineare: chi ha cibo in eccesso lo offre, chi ne ha bisogno lo raccoglie.
Rispetto ai giganti del settore, la nuova app considera interlocutori privilegiati «piccoli negozi e ristorazione, perché mentre la Grande distribuzione ha un eccesso predicibile e costante», spiega Villafiorita, «la piccola distribuzione ha un avanzo che può variare di giorno in giorno e di settimana in settimana. Bring the Food offre sia a privati che a Ong un’informazione più accurata e puntuale sul surplus di cibo e sulla sua possibilità di raccolta».
Disponibile in italiano, inglese e spagnolo, l’applicazione richiede una registrazione iniziale, come donatore o come collector (raccoglitore). In trenta secondi, il donatore può inserire informazioni relative al tipo di alimento e alla sua scadenza. Questi dati vengono poi geolocalizzati, per permettere al collector di individuare le varie offerte e di scegliere quelle più rilevanti a seconda della distanza geografica. Il raccoglitore, collegandosi, può visualizzare tutte le offerte vicine alla sua posizione e bloccare quella che più gli interessa. All’atto della prenotazione gli viene fornita una password, che dovrà esibire al donatore al momento della consegna.
Bring The Food è disponibile su Android o sul web, mentra la versione per l’Apple Store è attualmente in preparazione.Se ti è piaciuto l’articolo iscriviti al mio blog, oppure seguimi sulla pagina Facebook di Terra Madre

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