La spesa bio è da sempre più cara di quella tradizionale, nonostante l’ Italia sia il Paese europeo con la superficie agricola coltivata senza pesticidi più vasta e abbia la leadership anche rispetto al numero di operatori certificati.
La cosa che verifico, quando faccio la spesa, dal supermercato al negozio specializzato, che il prezzo del biologico ha una variabilità estrema; infatti,i prezzi dei negozi specializzati sono spesso superiori del 50 per cento rispetto a quelli delle linee biologiche della grande distribuzione.
Io, ad esempio, ho vicino casa un supermercato Carrefour, e ho verificato che nel reparto dei freschi (frutta e verdura) i prezzi sono quasi allineati a quelli dei prodotti non bio. Unico neo: come vi avevo già detto, non tutti i prodotti sono a km 0 (o quasi!!!).
Non vale lo stesso per altri prodotti, come la pasta e il latte, dove il gap è ancora alto.
Ma possiamo fidarci dopo i fatti della truffa italiana sul bio? E’ sufficiente che un prodotto abbia il logo europeo, la fogliolina stilizzata color verde prato, contornata dalle stelline della Cee?
«Certamente – rassicura Franca Braga di Altroconsumo -. Obbligatorio da luglio 2010, certifica origine, qualità e conformità. E’ un marchio europeo sicuro, che protegge i consumatori. Il caso veneto è una truffa: può capitare in tutti i settori».
Se diventa difficile acquistare tutta la spesa bio, biosgnerebbe preferire, laddove sia possibile, il latte, i formaggi e la carne, perchè i residui dei pesticidi sono più elevati nei prodotti di origine animale che nei vegetali.
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Con quello che costa la vita, fare sacrifici per cercare di essere consumatori attenti e poi scoprirsi beffati fa molto male. E di sicuro alimenta il fenomeno del ricorso indiscriminato al DIscount, della minore prevenzione in tema di salute, e in futuro, un aumento della spesa sanitaria (per chi selo potrà permettere: non ci vorrà molto che introdurranno il modello americano). Un saluto
Una giusta preoccupazione… Ciao