Un esempio di vestito per bambina in cotone organicoLe allergie sono in crescente aumento. Abbiamo mai considerato quanto possa dipendere anche dai vestiti che indossiamo?
Infatti tra le comuni cause di dermatite allergica da contatto (DAC) troviamo i tessuti e i capi di abbigliamento, soprattutto per il contenuto in prodotti per il finissaggio e in coloranti sensibilizzanti.
I coloranti tessili che causano sensibilizazzione appartengono al gruppo dei dispersi (ad esempio, disperso arancio 3, disperso blu 124, disperso blu 106, disperso giallo 3, disperso rosso 1). Sono costituiti da strutture che gli permettono di disperdersi in acqua ma non di scioglersi e formano legami poco stabili con le fibre sintetiche, sono liposolubili e facilmente assorbiti attraverso la cute. Il colorante viene trasferito dal tessuto alla cute, in genere per contatto diretto, soprattutto nelle aree di frizione, ma può talvolta passare attraverso un indumento sottostante. La sudorazione, la frizione e il sovrappeso rappresentano fattori favorenti la sensibilizzazione.
Data l’eziologia della malattia, la prima “cura” della DAC è rappresentata dall’esclusione del contatto con l’agente sensibilizzante e a nulla valgono terapie generali e locali, se l’esposizione a tale agente persiste.
Come vengono prodotti i tessuti di origine naturale, come cotone, lino, lana e seta?
Le fasi della lavorazione delle fibre naturali possono essere così sintetizzate:
–Pesticidi, Fertilizzanti Chimici, Defolianti: usati durante la coltivazione delle fibre vegetali.
–Carbonizzo (lavaggio in acido solforico), Antitarlo, Antiparassitari, Superwash: alcuni dei trattamenti che subisce la lana.
–Imbozzimatura: impregnazione del filato con prodotti ausiliari (bozzime), solitamente chimici, per aumentarne la resistenza in fase di tessitura.
–Sbozzimatura: eliminazione del bozzime tramite lavaggio con sostanze quali enzimi, acidi e ossidanti.
–Sbiancatura: prodotto chimico, sbiancante ottico azzurrino, che serve a mascherare il colore greggio (ipoclorito e sbiancante al cloro).
–Tintura: coloranti chimici + Carrier (prodotti chimici ausiliari per migliorare la velocità e l’assorbimento di tintura); tra i coloranti chimici ve ne sono alcuni classificati come cancerogeni e comunque abitualmente utilizzati. Sequestranti (prodotti chimici che servono a bloccare quei metalli pesanti che potrebbero alterare la fase di tintura).
–Mercerizzo e Alta Stabilità: lucidatura e stabilizzazione con prodotti chimici.
Credete che alla fine il vostro tessuto non presenterà nessun ricordo dei trattamenti? E’ normale che alla fine restino residui di formaldeide, residui di metalli pesanti (cromo, rame, cobalto, nichel, argento di mercurio), pesticidi e pentaclorofenoli, con innegabili conseguenze sulla salute.
Come tutelarsi?
Comprando abbigliamento ecologico! Il marchio europeo che garantisce l’ecologicità è l’Ecolabel, la margherita che premia le industrie che realizzano prodotti “puliti” in tutte le fasi del loro ciclo di vita, nella produzione e in tutti i successivi trattamenti.
http://www.psichesoma.com/Se ti è piaciuto l’articolo iscriviti al mio blog, oppure seguimi sulla pagina Facebook di Terra Madre

[…] Quali sono i tessuti più eco? […]